“Io sono uno…” Luigi Tenco tra parole e canzoni

Data dell'evento:

9 Marzo 2024

Orario dell'evento:

18:00

Luogo dell'evento:

Disco+

“IO SONO UNO…” Luigi Tenco tra Parole e Canzoni

Io sono uno che non nasconde le sue idee…

Dopo tanti e tanti anni, fiumi d’inchiostro e soprattutto tante belli e appassionanti momenti passati con le sue canzoni, parlare oggi di Tenco sembra retrivo e un poco nostalgico. Se in parte lo è allora perché discutere ancora di tante cose “inutili” per l’italiano medio, a cui Tenco proprio allora irrideva, in piena sintonia con la commedia all’italiana, come per esempio la dignità umana, la giustizia sociale e l’amore?
Questa è una domanda che mi pongo spesso ogni volta che mettiamo in scena questa performance, ma il confronto col pubblico e la partecipazione al racconto ci fa sempre ricredere. Crediamo comunque cha la musica, anche raccontata come la raccontiamo, forse è ancora una delle poche cose che danno uno spiraglio di luce prima dell’oblio.
A noi piace crederlo.

Un verbo politico ben “pilotato” e come luogo comune recita così, “La musica e l’arte in genere sono solo una perdita di tempo, non produce ricchezza, intorpidisce e rallenta i processi produttivi, è cattiva consigliera e indirizza le giovani coscienze in ambiti non controllabili”.

Se tutto questo è vero ben venga, siamo fieri di essere musicisti e teatranti, orgogliosi di essere soprattutto cattivi maestri, come lo è stato Luigi, il ragazzo ribelle, scapestrato di indole indomita, una caratteristica dei giovani ma che negli anni non abbandona mai le persone rette e sincere.

Ormai a cinquanta e passa anni dalla morte di quel ragazzo poco perbene molti lo ricordano, i festival e le rassegne non si contano, gli spettacoli e gli omaggi sono ancora più di ieri, ma forse pochi ricordano volutamente le due vene di Luigi, quella prettamente musicale, di cui andava fiero e quella sovversiva di cui era forse, cosciente portatore.

I dibattiti al Beat 72 con i giovani “capelloni” e le interviste sulla musica e sul suo sogno di un Folk italiano sono il perno della nostra performance. La nostra compagnia ha già trattato Tenco nello spettacolo “Stanza 219” esponendo dubbi su un mistero, un mistero che si snoda tra atroci sospetti di falso suicidio e inquinamento delle prove, questo si reale, tipico del nostro paese.

Le tematiche che Tenco affrontava in tempi lontani, oggi ritornano attuali. Canzoni come ”Cara Maestra”, che gli costò il cartellino rosso dalla RAI per due anni, canzoni come “Una brava ragazza” che allo stesso modo fece adirare e non poco i moralisti, quelle parole che oggi sembrano scontate, allora avevano un peso tale da far sembrare Luigi un pazzo, un visionario o peggio un sovversivo fuori controllo.

In tutto questo c’è però una linea sottile che lega l’opera di Tenco a tutto quel mondo chiamato “Cantautori”, un temine abusato e forse sdoganato da Ennio Melis, dirigente della RCA, termine patrocinato poi da grandi manager, come Nanni Ricordi e Crepax, anche loro visionari e col pallino di fare si mercato ma anche cultura, rischiando non poco di persona. Impresari a cui dobbiamo parte della nostra emancipazione morale e sociale, persone che oggi rimpiangiamo per l’acume e il coraggio dimostrato in anni così difficili come l’Italia del dopoguerra e del post Boom economico.
Per questa volta però faremo finta che Luigi non sia morto, che i temi da lui affrontati e le sue composizioni siano ancora, come lo sono del resto, attuali. Il divorzio, l’emancipazione della donna, l’immigrazione sembrano lontani e scontati temi, conquiste assodate, ma non è così.

Descrizione del progetto

Lo spettacolo si sviluppa attraverso canzoni, letture riflessioni, racconti e qualche momento di Gossip, che non guasta mai, sul fenomeno Tenco e tutto quello che dopo di lui è maturato nel nostro paese. Il rifacimento dei brani in chiave prettamente acustica, con influenze Jazz, quella musica che proprio lui amava, mette in risalto l’aspetto compositivo e il pensiero musicale di un artista a tutto tondo, un Luigi con la testa a metà tra Kosma e Parker, tra il fiorente Dylan e la nascente canzone di protesta e quel “68 che Luigi non vide mai.

Staff artistico
Voce: Remo Simoncelli,
Letture e prosa: Claudia Caoduro
Chitarra e narrazioni: Marco Abbondanzieri

Due righe e pochi versi a corollario, del nostro racconto, che Faber l’amico di sempre, scrisse dopo la sua dipartita, una canzone che difficilmente De Andrè ripropose, come dargli torto…

Signori ben pensanti spero non vi dispiaccia se in cielo e in mezzo ai santi Dio fra le sue braccia, soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte che all’odio e all’ignoranza preferirono la morte.
Dio di misericordia il tuo bel paradiso l’hai fatto soprattutto per chi non ha sorriso, per quelli che han vissuto con la coscienza pura, l’inferno esiste solo per chi ne ha paura…

Se non è amicizia questa ditemi cosa lo sia…

Di: D+ Eventi

  • Disco+
  • Via dei platani 37 (Centocelle)
  • 00172 Roma
  • 00172
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